Amplificatori Classe T: cosa sono e confronto con i classe D

Cosa sono gli amplificatori classe T? Sono meglio dei classe D?

Gli amplificatori classe T rappresentano un episodio veramente originale nella storia del mercato audio. Il loro arrivo ha in un certo modo cambiato le carte in tavole del mondo Hi-Fi, aprendo prospettive che non si pensava esistessero.

Andiamo allora a sintetizzare brevemente cosa sono i T-amp, cercando di capire come suonano, quale tipologia scegliere e se c'è effettiva differenza con i classe D.

Cos'è un T-amp?

Il T-amp è un amplificatore prodotto da Sonic Impact che lavora in classe D. L'amplificazione a 50 MHz, ottenuta con la tecnologia Digital Power Processing, è stata ribattezzata appunto classe T. Il nome fu dato dalla ditta produttrice del chip integrato nel dispositivo, la Tripath, che forniva i suoi TA2024.

All'epoca della sua uscita, agli inizi del nuovo millennio, l'arrivo sul mercato di questo apparecchio scatenò le fantasie degli appassionati. Innanzitutto perché costava poco - molto poco, meno di $ 40. E poi perché rappresentava una variazione sul tema della nota classe D.

Gli amplificatori classe T costituirono quindi una sorta di democratizzazione del suono Hi-Fi, che prometteva faville a prezzi bassi. Gli anni seguenti dimostrarono che queste promesse potevano essere mantenute solo fino a un certo punto, ma l’aver fatto sognare gli appassionati per diverso tempo è già un gran merito.

Il T-Amp originale creato da Tripath e Sonic Imact, prima amplificatore classe T

Come suonano gli amplificatori in classe T?

Il fatto è che i classe T suonano bene. Volendo azzardare un confronto superficiale, il leggendario T-Amp era paragonabile a un entry level che altri brand potevano proporre a $ 300-400. C'erano però diversi compromessi da considerare. Il primo amplificatore classe T di Sonic Impact, infatti, era pensato per essere un dispositivo piccolo e portatile. Pertanto, l'alimentazione avveniva tramite batteria. Una caratteristica, come prevedibile, che faceva rabbrividire più di un audiofilo duro e puro. L'incertezza nell'alimentazione portava anche a insicurezze nel funzionamento e nella qualità dell'esecuzione complessiva.

C'era da considerare poi il problema della potenza. L'originale T-Amp erogava 15 W per canale su 4 ohm di impedenza. Un dato buono per l'ascolto in camere di dimensioni normali ma, anche qui, forse non la soluzione adatta agli utenti più esigenti. Questo specifico difetto, in ogni caso, era in qualche modo superabile con l'utilizzo di speaker sensibili.

Tra i punti di forza dell'originale T-Amp - che quindi possono essere traslati grossomodo a tutti i classe T - c'era quindi una timbrica ariosa, con dettaglio elevato. D'altra parte, la gestione delle basse frequenze risentiva di un fattore di smorzamento non sempre adeguato, e soprattutto di una capacità di erogare corrente poco efficace.

Fastidioso per alcuni, geniale per altri: il dispositivo con chip Tripath ha diviso gli appassionati - e continua a farlo tutt'ora.

Quale T-amp scegliere?

Dopo il grande successo degli esordi, Tripath e Sonic Impact continuarono a commercializzare gli amplificatori classe T proponendo una versione rinnovata. In quegli anni si susseguirono modelli con chip:

  • TA2021B;
  • TA2020;
  • TA2022;
  • TA3020.

Scegliere quale sia il miglior amplificatore classe T tra questi è esercizio piuttosto futile. Tanto è vero che nessuno dei modelli citati riuscì a bissare l'entusiasmo provocato dall'originale. In ogni caso, il lavoro di Tripath non andò sprecato, se è vero che si creò una vera e propria corsa dei produttori al chip TA2024.

Nacque pertanto un florido mercato, soprattutto alimentato da produttori cinesi, nel quale spicca l’originalità della proposta italiana Fenice 20.

Oggi non è difficile trovare amplificatori che continuano a percorrere il solco tracciato dal T-Amp. Sure Electronics è uno dei produttori più attivi in questo senso. I punti di forza non sono cambiati a quasi 20 anni di distanza dagli esordi: prezzo basso, potenza ridotta, impedenza su 4 ohm, dimensioni particolarmente compatte e necessità di alimentazione esterna.

Che differenza c'è con gli amplificatori in classe D?

Considerando che la classe T è una versione commerciale - potremmo dire brevettata - della classe D, si comprende come il paragone tra le due alternative sia piuttosto sfumato. Ancora oggi, comunque, queste classi sono particolarmente utilizzate soprattutto dai produttori cinesi. Per un numero infinito di ragioni, a cominciare da quelle pratiche. Le componenti di dimensioni ridotte di queste classi, tanto per fare un esempio, sono decisamente più facili da trasportare rispetto agli ingombranti classe A o AB.

Nel nostro speciale sugli amplificatori classe D, dicevamo che questi dispositivi si distinguono per la loro grande efficienza, e per l'impiego dei transistor interni come veri e propri switch, che inviano la corrente in direzione del carico solo quando serve. Lo stesso si può dire dei classe T, che in più hanno il vantaggio di proporre dimensioni ancora più ridotte, a costo di una alimentazione più "ballerina", perché spesso esterna. Secondo alcuni, questo tipo di classe suona meglio della D, e in più ha il vantaggio di essere ancora più economica.

Noi preferiamo rimanere sulla nostra posizione tradizionale, che sceglie di non dire in assoluto qual è il miglior amplificatore classe T o cosa è meglio di altro. Sono i gusti personali e l'ascolto a farla da padrone, oggi come ieri.

Mcintosh MA 9000, amplificatore classe AB di alta fascia

Conviene acquistare un classe T oggi?

Ora che l'onda emotiva suscitata dal T-Amp è terminata (ma non per tutti), vale la pena chiedersi se i classe T possono rappresentare un acquisto sensato per un appassionato di audio in alta fedeltà. Perché ci si dovrebbe affidare a un apparecchio che propone evidenti compromessi, quando si può virare verso i classe AB o i classe A con le loro granitiche certezze?

Perché non siamo tutti uguali, e perché ogni appassionato di audio ha esigenze e possibilità differenti. Nello specifico, se si ha bisogno di un apparecchio piccolo, che consuma poco, con un prezzo basso e possibilità di funzionamento a 12 volt (anche a 24 volt in alcuni casi), non vediamo perché non investire in un classe T.

Potrebbe trattarsi pure di un primo passo verso il viaggio che porterà, con una maggiore consapevolezza, a modelli più importanti di marchi storici. La strada che giunge al McIntosh MA 9000, pertanto, potrebbe iniziare pure da un classe T da € 40.

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