Amplificatori valvolari McIntosh e Woodstock: storia di un successo

Amplificatori valvolari McIntosh e Woodstock: la storia completa

Quando si parla degli impianti audio McIntosh, in particolare degli amplificatori valvolari, è inevitabile tornare alla mente ad alcuni degli eventi che hanno segnato la storia della musica. Perché la casa newyorchese è stata protagonista di avvenimenti generazionali. Tra questi, spicca l’esperienza a Woodstock. Un viaggio che fa tornare con la mente a esecuzioni musicali leggendarie, da Janis Joplin a Jimi Hendrix, da Santana ai Grateful Dead, altro nome particolarmente legato all’azienda di Frank McIntosh.
Scopriamo, allora, in che modo gli iconici amplificatori finirono sul palco della musica libera, nell’agosto del 1969, iscrivendosi di diritto nell’olimpo degli apparecchi per l’alta fedeltà.

La targa commemorativa del concerto di Woodstock

L’amplificatore valvolare McIntosh alla conquista di Woodstock

La storia che vogliamo raccontarvi inizia nei primi anni ’60 per merito di Bill Hanley, vero e proprio pioniere del sound dal vivo. In questo bell’articolo di CePro, vengono sottolineati alcuni passaggi del libro: “Woodstock: The Oral History”. In particolare, si legge che Hanley ricevette una chiamata da Stan Goldstein, produttore discografico. Questi voleva saperne di più su come strutturare un sistema audio per un grande spettacolo dal vivo. Un grande spettacolo dal vivo che, da lì a poco, si rivelò essere proprio Woodstock. Hanley spiega:

Ho ricevuto questa chiamata da Stan Goldestein. Voleva saperne di più su come organizzare un grande spettacolo, per molta gente […] È così che siamo stati coinvolti nel progetto. Abbiamo creato dal nulla l’intero concetto – eravamo i primi a mettere su un impianto sonoro ad alta fedeltà con diffusori giganti e amplificatori potentissimi.

Ed è qui che entrano in gioco i prodotti della casa di Binghamton:

Prima di Woodstock, avevamo curato l’impianto sonoro della cerimonia d’inaugurazione del presidente Johnson, nel 1965, e avevamo utilizzato degli amplificatori McIntosh. All’epoca facevamo cose del genere ogni giorno, con il movimento anti-guerra e tutte le manifestazioni che prevedevano un grande afflusso di gente. Eravamo il gruppo di persone più esperte nel nostro campo.

La scelta degli impianti da utilizzare durante il concerto fu diretta conseguenza anche della location. Hanley spiega che si preferì la cittadina di Bethel dopo aver scartato diverse altre opzioni. E quando si arrivò alla scelta degli impianti da impiegare sul palco, i dubbi furono particolarmente pochi.

Un dettaglio dei partecipanti al concerto di Woodstock

La configurazione audio utilizzata a Woodstock

Il prato di Bethel fu scelto in base alle previsioni relative all’affluenza. Gli organizzatori si aspettavano una presenza di 100mila spettatori, e per questo Hanley scelse di impiegare gli speaker Altec HIS 410s con crossover tra 50 Hz e 8 kHz. Per dare potenza ai diffusori, furono proprio scelti impianti McIntosh.
Ma la grandezza dell’area da amplificare proponeva altre sfide. Oltre agli apparecchi posti sul palco, si dovette provvedere anche alla sistemazione di altri impianti situati ad altezze differenti. Hanley spiega:

Avevamo due altitudini da gestire. Una più bassa, nella parte frontale, e una più alta, sul retro. Abbiamo compresso il suono, e siamo arrivati a costruire un cluster di apparecchi speciale.

Per dare potenza ai diffusori, Hanley scelse gli amplificatori già presenti nell’inventario della sua azienda. Tra questi figuravano i modelli MC 3500, MC 275, MC 40 ed MC 2105. L’unità MC 2225, invece, non venne concessa da McIntosh, che preferì destinarla esclusivamente al mercato consumer, decisamente più redditizio.
Harold Cohen, dipendente di Hanley, confessò che in occasione di Woodstock l’azienda scelse quegli apparecchi per la loro qualità costruttiva, così come per l’eccellente risposta in frequenza tra 20 Hz e 20 kHz. L’unico cambiamento, allora, riguardò gli alimentatori. Furono rimossi i pezzi originali e rimpiazzati con componenti più performanti, in modo da far rimanere stabile l’intero impianto anche alle potenze di picco più elevate.
Fa quasi sorridere pensare che gli spettatori finali del festival di Woodstock furono più di 400mila, a fronte di 186mila biglietti venduti. Nonostante un’affluenza più che raddoppiata rispetto alle previsioni, il sistema audio progettato da Hanley non tradì le aspettative. E consentì di dare voce ad alcune delle esibizioni più iconiche della storia della musica, come questa:

La storia rivive con il valvolare McIntosh MC 275 VI

Se si scorre la lista degli amplificatori audio utilizzati a Woodstock, spicca il modello MC 275. Questo rivive ancora oggi con la sesta generazione, il valvolare McIntosh MC 275 VI.
La versione moderna di questo classico immortale dispone di 75 W di potenza su due canali. Non mancano particolari iconici come le sei valvole illuminate, i fermacavi brevettati Solid Cinch e dissipatori Monogrammed Heatsinks.

Per maggiori informazioni, potete visitare la pagina dedicata del nostro negozio, dove è possibile approfondire la scheda tecnica e il prezzo di questo vero e proprio monumento della musica.

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